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Ricerca in sviluppo: Google compie 20 anni e guarda al futuro…e la SEO?


Lo scorso Settembre Google ha festeggiato i suoi primi 20 anni.

Per l’occasione Ben Gomes, uomo a capo dell’area Search, ha pubblicato un interessante articolo sul futuro del motore di ricerca. L’articolo ha destato un certo interesse, è stato ripreso da diverse testate e blog internazionali, entrando di diritto nei trend topic del Bar AND EMILI.

Eccone un estratto, liberamente tradotto dall’originale:

Quando Google ha iniziato 20 anni fa, la nostra missione era quella di organizzare le informazioni del Mondo e renderle universalmente accessibili e utili. […] Fornire un maggiore accesso alle informazioni è al centro del nostro lavoro oggi come lo era quando abbiamo iniziato. E mentre quasi tutto è cambiato sulla tecnologia e le informazioni a nostra disposizione, i principi fondamentali della ricerca sono rimasti gli stessi.
Ben Gomes — Improving Search for the next 20 years

 

Fondamentalmente — sostiene Gomes — l’obiettivo principale di Google è rimasto invariato nel tempo: fornire agli utenti informazioni utili e renderle accessibili, ovunque e in qualsiasi momento.

Google- sign -by- Paweł -Czerwiński -on- Unsplash“Google sign” by Paweł Czerwiński on Unsplash

L’informazione è da sempre un bisogno dell’uomo, una costante necessità che si relaziona però con alcune variabili. La prima variabile è la tecnologia, mutevole e in continua evoluzione. Basti pensare ai continui progressi nel campo dell’intelligenza artificiale o alla capacità di calcolo raggiunta dagli attuali smartphone. La seconda variabile è costituita dalle persone, in particolare dalle loro abitudini ed esigenze. Queste due variabili si intrecciano inevitabilmente tra loro, basti pensare all’uso sempre maggiore degli assistenti vocali (Siri, Google Now, Cortana, ecc.) nella nostra vita quotidiana o al modo in cui le persone si tengono aggiornate (sempre meno quotidiani e sempre più social network).

Cambia la tecnologia, cambiano le persone, cambia Google

Considerando i mutamenti tecnologici e sociali in atto, Ben Gomes indica alcuni elementi chiave che potrebbero caratterizzare la Ricerca Google nei prossimi anni.

1. Dalle risposte ai percorsi

The shift from answers to journeys
Ben Gomes — Improving Search for the next 20 years

 

Dalle -risposte- ai -percorsi- Credits-Euan- Carmichael- on -Unsplash

Dalle risposte ai percorsi — Credits: Euan Carmichael on Unsplash

La ricerca di informazioni si traduce spesso in un processo, una serie di attività svolte in più sessioni o addirittura giorni. Google intende recepire questo trend attraverso nuove (o migliorate) funzionalità in Ricerca pensate per le query informative. Abbiamo, per esempio, l’organizzazione e rappresentazione dinamica dei risultati di ricerca, perché ogni percorso informativo è diverso anche quando si tratta di temi simili tra loro. Oppure le activity card, un modo per rendere più utile e pertinente la propria cronologia delle ricerche, presentando lo storico in modo più evidente e al momento giusto.

Per approfondire l’argomento ecco un articolo di Nick Fox

2. Informazione senza query

The shift from queries to providing a queryless way to get to information
Ben Gomes — Improving Search for the next 20 years

 

Informazioni- senza -query -Credits -freestocks-org- on -UnsplashInformazioni senza query — Credits: freestocks.org on Unsplash

Informazioni rilevanti per l’utente anche quando non c’è una ricerca esplicita. Discover, l’evoluzione di Google Feed va interpretata in questo senso: un flusso di contenuti multimediali e argomenti rilevanti per il singolo utente, tarati sui suoi specifici interessi. Novità interessante è il ruolo attribuito agli evergreen content, cioè quei contenuti che seppur datati sono sconosciuti al singolo utente e quindi pertinenti per quest’ultimo, attraenti a prescindere dalla loro data di pubblicazione.

Per approfondire l’argomento c’è l’articolo di Karen Corby

3. Contenuti sempre più visuali

The shift from text to a more visual way of finding information
Ben Gomes — Improving Search for the next 20 years

 

Contenuti- sempre- piu- visuali -Credits-Andrew -Neel -on- Unsplash

Non è neanche più una novità: gli utenti prediligono i contenuti visivi come immagini e video rispetto a quelli testuali. In aggiunta a questo, ci sono innumerevoli casi in cui gli utenti effettuano ricerche per ottenere contenuti visivi e non lunghi articoli accademici.

Insomma, il contenuto è il re ma la corona assume diverse forme.

Per questo motivo le SERP di Google si stanno evolvendo. Lo spazio che in passato era occupato solo da semplici link (con i classici Title, URL e Description) oggi contiene video da YouTube, mappe, foto, immagini di vario tipo e addirittura stories! Contemporaneamente assistiamo al potenziamento di Google Immagini, con funzionalità avanzate e un uso sempre crescente dell’intelligenza artificiale.

Qui l’articolo di Kathy Edwards


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Tutto questo cambia le regole della SEO?

la-SEO- deve- cambiareLa SEO deve cambiare? — Credits: rawpixel on Unsplash

La risposta, secondo me, è no. Consideriamo un attimo i punti indicati da Ben Gomes e incrociamoli con gli elementi di seguito.

  • Evoluzione delle SERP, che oggi comprendono oltre ai semplici link anche contenuti presi da:
    - Knowledge Graph
    - Google Maps
    - Google Immagini
    - YouTube
    - Dati strutturati
  • Maggiore utilizzo della ricerca vocale, con la conseguente crescita di query in forma interrogativa e in qualche modo più umana o discorsiva.
  • Beneficial purpose, concetto emerso con forza nell’ultimo aggiornamento delle linee guida per i quality rater di Google (Luglio 2018), in base al quale determinare il ranking di una pagina web per una query considerando:
    - Competenza, autorevolezza, affidabilità (E-A-T)
    - Qualità e quantità del contenuto principale
    - Informazioni riguardo il sito e il responsabile del contenuto principale
    - Reputazione del sito e del responsabile del contenuto principale


In quest’ottica, credo che per tenersi al passo con i cambiamenti delle SERP e le nuove tendenze di ricerca basti seguire le indicazioni fornite esplicitamente da Google negli ultimi anni (per esempio nelle sue Istruzioni per i webmaster) continuando a progettare contenuti ed esperienze digitali pensando ai bisogni degli utenti.

SEO tecnica

Dal punto di vista tecnico è ovvio, ci sono tutta una serie di interventi da considerare e standard che è bene rispettare. Il punto è che non bisogna farlo tanto per compiacere Google quanto perché certi standard favoriscono gli utenti nella ricerca di informazioni e allo stesso tempo consentono ai motori di ricerca di reperirle e servirle. Qualche esempio?

  • Utilizzo del markup per i dati strutturati;
  • elaborazione di sitemap.xml;
  • ottimizzazione del file robot.txt;
  • inserimento dei testi alternativi per le immagini (gli alt tag);
  • internal linking nelle pagine.

Contenuti

Riguardo ai contenuti emerge qualche spunto di riflessione.

Per esempio, accade spesso di dover coniugare un’esperienza di navigazione soddisfacente con la necessità di produrre contenuti ricchi, corposi, documentati. Come fare? Un modo potrebbe essere l’utilizzo di menù interni alle pagine per consentire un rapido accesso a specifici blocchi di contenuto.

Oppure, come intercettare le ricerche vocali? Magari inserendo le probabili domande nelle titolazioni dei paragrafi, o sfruttando le aree Faq dei siti web.

E-A-T

E riguardo l’autorevolezza? Questa credo sia la parte più difficile ma bisogna capire che per produrre contenuti di qualità ci vogliono adeguate competenze e non solo. In questo senso la direzione presa da Google con il medic update credo sia positiva e incoraggiante.

Chiudo le mie riflessioni con una domanda che mi sorge spontanea pensando alle polemiche che hanno interessato il settore dopo l’aggiornamento appena menzionato: un articolo sui farmaci per il mal di testa scritto da un bravissimo copywriter sul blog di un ecommerce può valere di più dello stesso articolo, magari con qualche errore di forma, scritto da un luminare della medicina?

E-A-TE-A-T — Credits: rawpixel on Unsplash


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