La comunicazione di Bonaccini e Borgonzoni su Facebook
Il 26 gennaio in Emilia Romagna si è votato per il rinnovo del Presidente e della Giunta, il risultato è noto e ha determinato l’affermazione del Governatore uscente.
Facebook, con circa 35 milioni di utenti italiani, è la piattaforma digitale su cui si è combattuta la battaglia per il consenso elettorale.
Quella che segue è una lettura molto sintetica delle campagne a pagamento promosse dalle due pagine ufficiali a supporto dei candidati:
Stefano Bonaccini https://www.facebook.com/stebonaccini/,
Lucia Borgonzoni https://www.facebook.com/BorgonzoniPres/.
I dati sono estrapolati nel momento in cui scrivo 28/01/2020.
Amministratori della pagina.
La pagina Facebook di Borgonzoni ha 25 amministratori, quella di Bonaccini ne ha 14 di cui uno in UK.
Amministratori della pagina Facebook di Stefano Bonaccini.
Amministratori della pagina Facebook di Lucia Borgonzoni.
Non è detto che tutti gli amministratori censiti all'interno della pagina siano ugualmente operativi, ma è evidente che entrambi i candidati si avvalgano di un team di social media manager, come è ovvio che sia.
Spesa pubblicitaria.
Rappresenta il budget destinato a promuovere le inserzioni. È interamente destinato a Facebook e non prevede i costi della produzione di contenuti e della gestione.
Spesa pubblicitaria di Stefano Bonaccini su Facebook.
Spesa pubblicitaria di Lucia Borgonzoni su Facebook.
Strategia editoriale di Lucia Borgonzoni.
Il tipo di comunicazione social della sfidante è il medesimo utilizzato con profitto da Salvini, articolato secondo le istruzioni dello spin doctor Luca Morisi, riassumibile sommariamente come segue:
- utilizzo di contenuti divisivi che tendono a sollecitare la reazione del lettore;
- uso di titoli e colori shock;
- impaginazione sullo stile dei giornali di cronaca (esempio: Novella 2000);
- ricerca di un’atmosfera di familiarità.
Post Facebook a pagamento a supporto della campagna di Lucia Borgonzoni.
Post Facebook a pagamento a supporto della campagna di Lucia Borgonzoni.
Post Facebook a pagamento a supporto della campagna di Lucia Borgonzoni.
Strategia editoriale di Stefano Bonaccini.
Stefano Bonaccini governa una regione che funziona; di conseguenza ha scelto di mettere in evidenza i risultati ottenuti, facendo largo uso di endorsement.
Degno di interesse il frequente richiamo al voto disgiunto, significativo della forza del brand Bonaccini a prescindere dal PD.
Post Facebook a pagamento a supporto della campagna di Stefano Bonaccini.
Post Facebook a pagamento a supporto della campagna di Stefano Bonaccini.
Post Facebook a pagamento a supporto della campagna di Stefano Bonaccini.
Post Facebook a pagamento a supporto della campagna di Stefano Bonaccini.
In sintesi, da un lato abbiamo Lucia Borgonzoni che ha scelto di condurre una strategia all’attacco, dall’altro Stefano Bonaccini che ha preferito evidenziare il buon governo emiliano.
Degno di nota il contributo di Matteo Salvini alla campagna di Lucia Borgonzoni, così rilevante da fare pensare a molti emiliani che la scelta reale fosse fra Bonaccini e Salvini. D’altra parte la comunicazione di Salvini è talmente pervasiva da oscurare inevitabilmente i suoi candidati.
L’immagine riporta la spesa pubblicitaria della pagina Facebook ufficiale di Matteo Salvini (https://www.facebook.com/salviniofficial/) .
Spesa pubblicitaria di Matteo Salvini su Facebook.
Non ho avuto tempo di fare verifiche accurate, la mia impressione è che nell’ultimo periodo il budget sia stato quasi interamente destinato all’Emilia Romagna.
Questi sono i dati di target dell’ultimo post, da cui si evince la focalizzazione geografica. In fondo alla pagina, condivido il link per chi desiderasse approfondire di persona.
Dati relativi a un post di mobilitazione per l’elezione ER da parte di Matteo Salvini.
Va ricordato che l’algoritmo delle piattaforme digitali tende a premiare i contenuti con un livello elevato di engagement
(interazioni, condivisioni), favorendone la diffusione. La strategia è già stata usata con successo da Casaleggio in occasione dalla campagna per M5S.
A prescindere dalle posizioni politiche, è evidente che il linguaggio stile Barbara D’Urso tenda a sollecitare la reazione degli utenti.
A mio avviso, chi si occupa di comunicazione politica dovrebbe sforzarsi di evitare la seduzione del contenuto divisivo, della ricerca del nemico a tutti i costi, della semplicità che annulla il contenuto.
Silvio Berlusconi è stato il Marcel Duchamp di cui i vari Casaleggio/Grillo/Renzi/Salvini sono in qualche modo gli eredi.
Nota finale: il mio post si basa sui dati di trasparenza resi disponibili da Facebook a seguito delle polemiche sull’uso dei dati personali da parte del social network e dello scandalo Cambridge Analytica.
Per chi fosse interessato ad approfondire le campagne dei due candidati, qui i dati della Borgonzoni https://bit.ly/2O67S2L, qui quelli di Bonacini https://bit.ly/3aMrAdG. Bonus, Matteo Salvini https://bit.ly/37AduKz .